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L'arte della gioia di Goliarda Sapienza, Cuore nero di Silvia Avallone

L'arte della gioia di Goliarda Sapienza, Cuore nero di Silvia Avallone

A mia madre di Goliarda Sapienza, ciaone, olimpo, accadde oggi, le classifiche, Cervantes svela la vita di tutti con una finzione al quadrato di Claudio Magris, Gabriele Lavia

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Nat
gen 20, 2024
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L'arte della gioia di Goliarda Sapienza, Cuore nero di Silvia Avallone
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Buongiorno e buon sabato!

Spero che stiate bene. Ecco la mia selezione per oggi:

Pensiero del giorno: In un lampo capii che cosa era quello che chiamano destino: una volontà inconsapevole di continuare quella che per anni ci hanno insinuato, imposto, ripetuto essere la sola giusta strada da seguire.

Goliarda Sapienza


Parole per ricordare: ciaone


Parole da salvare: olimpo


Poesia del giorno: A mia madre di Goliarda Sapienza

Quando tornerò

sarà notte fonda

Quando tornerò

saranno mute le cose

Nessuno m’aspetterà

in quel letto di terra

Nessuno m’accoglierà

in quel silenzio di terra

Nessuno mi consolerà

per tutte le parti già morte

che porto in me

con rassegnata impotenza

Nessuno mi consolerà

per quegli attimi perduti

per quei suoni scordati

che da tempo

viaggiano al mio fianco e fanno denso

il respiro, melmosa la lingua

Quando verrò

solo una fessura

basterà a contenermi e nessuna mano

spianerà la terra

sotto le guance gelide e nessuna

mano si opporrà alla fretta

della vanga al suo ritmo indifferente

per quella fine estranea, ripugnante

Potessi in quella notte

vuota posare la mia fronte

sul tuo seno grande di sempre

Potessi rivestirmi

del tuo braccio e tenendo

nelle mani il tuo polso affilato

da pensieri acuminati

da terrori taglienti

potessi in quella notte

risentire

il mio corpo lungo il tuo possente

materno

spossato da parti tremendi

schiantato da lunghi congiungimenti

Ma troppo tarda

la mia notte e tu

non puoi aspettare oltre

E nessuno spianerà la terra

sotto il mio fianco

nessuno si opporrà alla fretta

che prende gli uomini

davanti a una bara

È compiuto. È concluso. È terminato.

È consumato l’incendio. S’è fermato.

S’è chiuso il cerchio pietrificato.

Il tempo s’è fermato. È consumato

il delitto. S’è bruciato

il ricordo. L’ansia è cessata.

Una coltre di lava ha mormorato

ogni cranio ogni orbita svuotata.

Ogni bocca nel grido ha sigillato.

S’è chiuso il cerchio. Niente osa varcare

il silenzio di lava. Le formiche

girano intorno al rogo spento impazzite.

Un volo e in un attimo la stanza

fu colma d’un sentore acre d’estate.

La tua voce si spense con la luce

che moriva nel nero del fogliame.

Un fiato caldo alitava ci cingeva

e restammo supine ad aspettare.

Tu mi volgi le spalle

io non ti chiamo

raccolgo

le tue impronte sul lenzuolo.


Podcast del giorno: Gabriele Lavia


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