Garbatella, Impressioni di settembre, Giuseppe Berto, Giovanni Arpino, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Sandro Botticelli
Buongiorno,
ecco tutto quello che ho esplorato oggi, spero che vi piacciano.
Parole per ricordare: Garbatella
Caratteristico quartiere periferico di Roma, realizzato a partire dal 1920, come una sorta di borgata-giardino allo scopo di dare al ceto operaio alloggi circondati dal verde. I primi villini furono costruiti, tra gli altri, da Gustavo Giovannoni (1873-1947) e Innocenzo Sabbatini (1891-1983), con uno stile detto óaroccheffo che mescola elementi cinquecenteschi e settecenteschi.
Dizionario della memoria collettiva
Canzone del giorno: Impressioni di settembre (Premiata Forneria Marconi (PFM)), tratta dall'album Premiata Forneria Marconi
Quante gocce di rugiada intorno a me
Cerco il sole, ma non c'è
Dorme ancora la campagna, forse no
È sveglia, mi guarda, non so
Già l'odore della terra, odor di grano
Sale adagio verso me
E la vita nel mio petto batte piano
Respiro la nebbia, penso a te
Quanto verde tutto intorno e ancor più in là
Sembra quasi un mare l'erba
E leggero il mio pensiero vola e va
Ho quasi paura che si perda
Un cavallo tende il collo verso il prato
Resta fermo come me
Faccio un passo, lui mi vede, è già fuggito
Respiro la nebbia, penso a te
No, cosa sono? Adesso non lo so
Sono un uomo, un uomo in cerca di sé stesso
No, cosa sono? Adesso non lo so
Sono solo, solo il suono del mio passo
Ma intanto il sole tra la nebbia filtra già
Il giorno come sempre sarà
Film del giorno: Settembre, Giulia Louise Steigerwalt
Accade in un giorno di Settembre che tre personaggi si accorgano che la vita in cui si ritrovano non è quella che sognavano. Che la felicità è un’idea lontana. Ma forse ancora possibile.
Al ritorno dalle vacanze estive Maria viene finalmente notata dal ragazzo che le piace, che attraverso Sergio, un compagno di scuola, le chiede se vuole andare a letto con lui. La proposta non è delle più romantiche, eppure Maria accetta subito, salvo andare presto nel panico. Sergio si offre di aiutarla, e insieme trascorrono un intero pomeriggio, scoprendosi per la prima volta complici.
Intanto Francesca, la madre di Sergio, complice il risultato di una delicata visita medica, sta cambiando radicalmente la prospettiva sulla sua vita, avvicinandosi sempre di più alla sua amica Debora, con cui sta nascendo un rapporto nuovo e più autentico, che in passato non si era mai concessa.
Lo confessa una sera al suo medico, Guglielmo, incontrato per caso in un bar, che da quando la moglie l’ha lasciato vive come bloccato in una bolla di apatia, in cui l’unico contatto reale sembra essere quello con Ana, una giovane prostituta che frequenta regolarmente, pragmatica e diretta, che nonostante le difficoltà della vita ha conservato la voglia di sognare. La notizia di un flirt tra lei e un ragazzo del quartiere, unito ai racconti di Francesca, danno a Guglielmo un nuovo punto di vista sulle cose e lo fanno risvegliare dal torpore. Per la prima volta si scopre vivo e in grado di dare un'altra direzione alla sua vita. https://filmitalia.org/it/film/151552/
Ho continuato a leggere da dove ero partito dall'ultima volta
Flusso di coscienza #13: Il male oscuro, Giuseppe Berto
Racconto del giorno: Le lumache di mare, Giovanni Arpino
Libro del giorno: Flashback, Cristina Comencini
Mi è successo quattro volte, la chiamano amnesia globale transitoria. Non ha nessuna causa conosciuta né effetto durevole sulla salute fisica o cerebrale. È un’interruzione: per qualche minuto non sai chi sei né che ci fai al mondo. Anzi, non sai proprio cosa sia il mondo. Una volta ero in bagno, avevo appena fatto una doccia molto calda. Il mio medico dice che può essere stata una reazione vascolare dovuta al calore. Ma altre volte non è andata così. Sono fenomeni inspiegabili o che hanno tante possibili ragioni e nessuna chiara. Momenti di assenza che non lasciano tracce se non una stanchezza nelle ore successive, un sottile piacere e anche il desiderio di raccontare ciò che si è visto. Per un tempo lunghissimo, qualche minuto ti dicono, sai di essere viva ma non chi sia quella che vive. È un’immersione in un vuoto da cui esci frastornata. Sparisce il tuo io. Forse in questo spazio ricco e senza memoria vagano i malati neurologici, che a noi sembrano solo sperduti come neonati. Il ricordo che ora ho di quella sensazione straordinaria non si è creato in quel momento, in cui io non esistevo e non avevo il mio nome e la mia storia. L’ho ricostruito in seguito, pensandoci da sola, parlando con la persona che avevo accanto e che ho riconosciuto soltanto dopo un po’. Sono attaccata a quegli attimi, esperienze di vita fuori di me, quattro immersioni in storie senza io o con un io molto più vasto del mio. Ci penso spesso. Mi sembra che proprio in quei momenti sapessi molto di più. Poi piano piano riemergevo e il conosciuto riprendeva a esistere con me al centro, come sempre. Così succede nei sogni a cui ti attacchi appena sveglio, non li vuoi perdere, ti hanno infilato in una trama in cui ti sembra che qualcuno viva al posto tuo. Chi è questo vivente sconosciuto che abitualmente si nasconde? Gli psicanalisti direbbero l’inconscio ma a me non basta. Né poeticamente né mentalmente. Ne scrivo perché ho fiducia nella letteratura e nella sua capacità di aiutarci a capire. Natalia Ginzburg, a cui devo la mia prima pubblicazione, mentre moriva disse a chi le era accanto: “Questa non è letteratura”. Un’esperienza che non è letteratura tocca punti della vita non raccontabili, come la morte o come la perdita dell’io. Ma voglio provarci comunque. In quegli attimi, dilatati come fossero ore, mesi, anni, qualcuno ha vissuto queste esperienze misteriose.
Ho continuato a leggere da dove ero partito dall'ultima volta:
Il Gattopardo #11, Giuseppe Tomasi di Lampedusa
Prima del tramonto le tre o quattro bagascette di Donnafugata (ve ne erano anche lì non raggruppate ma operose nelle loro aziende private) comparvero in piazza col crine adorno di nastrini tricolori per protestare contro l’esclusione delle donne dal voto; le poverine vennero beffeggiate via anche dai più accesi liberali e furono costrette a rintanarsi. Questo non impedì che il “Giornale di Trinacria” quattro giorni dopo facesse sapere ai Palermitani che a Donnafugata “alcune gentili rappresentanti del bei sesso hanno voluto manifestare la propria fede inconcussa nei nuovi fulgidi destini della Patria amatissima, ed hanno sfilato nella piazza fra il generale consenso di quella patriottica popolazione.”
Dopo il seggio elettorale venne chiuso, gli scrutatori si posero all’opera ed a notte fatta venne spalancato il balcone centrale del Municipio e don Calogero si rese visibile con panciera tricolore e tutto, fiancheggiato da due ragazzini con candelabri accesi che peraltro il vento spense senza indugio. Alla folla invisibile nelle tenebre annunzio che a Donnafugata il Plebiscito aveva dato questi risultati:
Iscritti 515; votanti 512; “si” 512; “no” zero.
Pensiero del giorno:
Beninteso la parola “snob” era ignota nel 1860 in Sicilia, ma così come prima di Koch esistevano i tubercolotici, così in quella remotissima età esisteva la gente per la quale ubbidire, imitare e soprattutto non far della pena a chi si stima di levatura sociale superiore alla propria, è legge suprema di vita: lo “snob” essendo infatti il contrario dell’invidioso. Allora egli si presentava sotto nomi differenti: era chiamato “devoto,” “affezionato,” “fedele”; e trascorreva vita felice perché il più fuggevole sorriso di un nobiluomo era sufficiente a riempire di sole una intera sua giornata; e, poiché si profilava accompagnato da quegli appellativi affettuosi, le grazie ristoratrici erano più frequenti di quel che siano adesso.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo
Pillola d’arte: Ritratto femminile, Sandro Botticelli
Il dipinto è noto con il titolo di “Bella Simonetta”, sulla base di una tradizione che identifica la giovane ritratta con Simonetta Cattaneo (1453-1476), la nobildonna genovese andata in sposa al fiorentino Marco Vespucci nel 1469 e amata da Giuliano de’ Medici. In accordo con la ritrattistica italiana del primo Rinascimento, ispirata alle monete antiche, la donna è raffigurata di profilo, posa che consentiva di rappresentare con verosimiglianza i tratti somatici, l’acconciatura e le vesti, elementi essenziali per palesare lo stato sociale della persona ritratta. In questo caso tuttavia la donna non ostenta gioielli e non eccede nel lusso: la ricercatezza dell’abito, una gamurra, è affidata al colore cremisi, all’epoca molto apprezzato, e agli sbuffi della camicia che escono dai tagli praticati nelle maniche, separate dalla veste. Il ritratto sembra dunque esaltare, oltre alla bellezza, soprattutto la modestia e la pudicizia della donna, ritratta nell’intimità dell’ambiente domestico, in accordo con la scala di valori della società fiorentina del Rinascimento. Lo stipite grigio di pietra fa risaltare il volto della donna, caratterizzato dal candore dell’incarnato. https://www.uffizi.it/opere/sandro-botticelli-firenze-1445-1510
Questo è tutto per oggi, a presto
Nat