Francesca e Nunziata di Maria Orsini Natale, L’assassinio di via Belpoggio di Italo Svevo
Amico di Carlo Michelstaedter, Le classifiche, sherpa, La sposa scomparsa di Rosa Teruzzi, Carmen Palumbo -Abbracciare l'ignoto, deflagrare, Senilità di Mauro Bolognini
Buongiorno e buona domenica!
Spero che stiate bene. Ecco la mia selezione per oggi:
Pensiero del giorno: A differenza delle altre malattie la vita è sempre mortale. Non sopporta cure.
Italo Svevo
Parole da salvare: deflagrare
Parole per ricordare: sherpa
Podcast del giorno: Carmen Palumbo -Abbracciare l'ignoto
Audiolibro del giorno: La sposa scomparsa di Rosa Teruzzi
https://storytel.com/it/it/books/la-sposa-scomparsa-315222?appRedirect=true
Film del giorno: Senilità di Mauro Bolognini
L'incipit: Francesca e Nunziata di Maria Orsini Natale
Francesca era nata il sei di gennaio del milleottocentoquarantanove. Era nata su una di quelle alture della costa amalfitana dove la terra precipita e dirupa in un cielo capovolto, che nelle notti serene le luci delle lampare fanno stellato.
Poesia del giorno: Amico di Carlo Michelstaedter
Amico – mi circonda il vasto mare
con mille luci – io guardo all’orizzonte
dove il cielo ed il mare
lor vita fondon infinitamente. –
Ma altrove la natura aneddotizza
la terra spiega le sue lunghe dita
ed il sole racconta a forti tratti
le coste cui il mare rode ai piedi
ed i verdi vigneti su coronano.
E giù: alle coste in seno accende il sole
bianchi paesi intorno ai campanili
e giù nel mare bianche vele erranti
alla ventura. –
A me d’accanto, sullo stesso scoglio
sta la fanciulla e vibra come un’alga,
siccome un’alga all’onda varia e infida
φιλοβαθεία. –
S’avviva al sole il bronzo dei capelli
ed i suoi occhi di colomba tremuli
guardano il mare e guardano la costa
illuminata. –
Ma sotto il velo dell’aria serena
sente il mistero eterno d’ogni cosa
costretta a divenire senza posa
nell’infinito.
Sente nel sol la voce dolorosa
dell’universo, – e l’abisso l’attira
l’agita con un brivido d’orrore
siccome l’onda suol l’alga marina
che le tenaci aggrappa
radici nell’abisso e ride al sole. –
Amico io guardo ancora all’orizzonte
dove il cielo ed il mare
la vita fondon infinitamente.
Guardo e chiedo la vita
la vita della mia forza selvaggia
perch’io plasmi il mio mondo e perché il sole
di me possa narrar l’ombra e le luci –
la vita che mia dia pace sicura
nella pienezza dell’essere.
E gli occhi tremuli della colomba
vedranno nella gioia e nella pace
l’abisso della mia forza selvaggia –
e le onde varie della mia esistenza
l’agiteranno or lievi or tempestose
come l’onda del mar l’alga marina
che le tenaci aggrappa
radici nell’abisso e ride al sole.
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