Atlantide: Viaggio alla ricerca della bellezza di Carlo e Renzo Piano, I mnemagoghi di Primo Levi
Elegia a donna Giovanna la Pazza di Giovanni Caproni, Il rispetto di Stefano Bartezzaghi, Prima regola: sconfinare di Renzo Piano
Buongiorno!
Spero che stiate bene. Ecco la mia selezione per oggi:
Pensiero del giorno: Qual è l'essenza di noi tutti? Siamo la somma dell'arricchimento dei migliori amici che abbiamo avuto, le migliori persone incontrate, i migliori libri letti, i migliori film visti, i viaggi fatti, le delusioni patite, i sogni realizzati...
Renzo Piano
Parole per ricordare: saturnale
Parole da salvare: estro
Audiolibro del giorno: Prendetevi la luna di Paolo Crepet
Podcast del giorno: Sconfiggere lannoia e la depressione di Paolo Crepet
Brano del giorno: L'anno che verrà di Lucio Dalla
Poesia del giorno: Elegia a donna Giovanna la Pazza di Giovanni Caproni
A Melchor Fernández Almagro Principessa innamorata senz'essere corrisposta. Garofano rosso in una valle profonda e desolata. La tomba che ti chiude trasuda la tua tristezza attraverso gli occhi aperti sopra il marmo. Eri una colomba dall'anima gigante il cui nido fu sangue del suolo castigliano, spargesti il tuo fuoco su un calice di neve e per volerlo nutrire le tue ali si spezzarono. Speravi in un amore come l'infante che ti segue reggendoti il manto. E invece di fiori, di versi e di collane di perle la Morte ti diede rose appassite al ramo. Portavi nel cuore la formidabile aurora di Isabella di Segura. Melibea. Il tuo canto, come allodola che vede spezzarsi l'orizzonte, diventa all'improvviso monotono e amaro. E il tuo grido fa fremere le fondamenta di Burgos. E opprime la salmodia del coro certosino. E si scontra con l'eco delle lente campane perdendosi nell'ombra tremante e lacerato. Avevi la passione che dà il cielo di Spagna. La passione del pugnale, dell'occhiaia e del pianto. O principessa divina dal crepuscolo rosso con la rocca di ferro e il filo d'acciaio! Non hai mai avuto il nido né il madrigale dolente né il liuto che singhiozza lontano. Il tuo trovatore fu un giovane dalle squame d'argento e i suoi accenti d'amore l'eco della tromba. E tuttavia eri fatta per l'amore, fatta per il sospiro, l'abbandono e le carezze, per piangere triste sul cuore amato sfogliando una rosa profumata con le labbra. Per guardare la luna ricamata sul fiume e sentir la nostalgia che il gregge si trascina e guardare gli eterni giardini dell'ombra, o principessa bruna che dormi sotto il marmo! Hai gli occhi neri aperti alla luce? O ai tuoi seni esausti si aggrovigliano i serpenti... Dove sono i tuoi baci buttati al vento? Dove la tristezza del tuo amore infelice? Nella cassa di piombo, dentro il tuo scheletro hai il cuore rotto in mille pezzi. E Granada ti conserva come santa reliquia, o principessa bruna che dormi sotto il marmo! Eloisa e Giulietta furono due margherite ma tu sei stata un rosso garofano insanguinato, che venne dalla terra dorata di Castiglia a dormire fra neve e casti cipressi. Granada era il tuo letto di morte, donna Giovanna, i cipressi i tuoi ceri, la sierra il tuo altare. Una pala di neve che placa le tue ansie, con l'acqua che ti passa vicino. L'acqua del Dauro. Granada era il tuo letto di morte, donna Giovanna, con le sue vecchie torri e il giardino silenzioso, con l'edera morta sopra i muri rossi, con la nebbia azzurra e il romantico mirto. Principessa innamorata e mal corrisposta. Garofano rosso in una valle profonda e desolata. La tomba che ti chiude trasuda la tua tristezza attraverso gli occhi aperti sopra il marmo. Granada, dicembre 1918
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